Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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domenica 15 luglio 2018

Uomini pescatori e donne che li superano. Viaggio in Brasile. 14 luglio 2018

Primo piccolo spostamento dal bairro de Paz in Salvador ad Acupe, l altro lato della baia, circa due ore di strada. Altra presenza delle suore minime, che con le loro case stanno tracciando la nostra rotta in questi giorni. Assomiglia ad un percorso dove le cose programmate sono la cassa del tesoro da aprire e scoprire ciò che non pensavi potesse esserci.

Oggi per esempio era prevista una innocua messa (si fa per dire) alle 11 del mattino dopo il nostro arrivo, invece è venuto fuori che si fa il saluto a Suor Assunta, italiana e veterana della missione. Arrivata qui nel 1965, quando la pioggia scendeva di notte e tu dovevi azzeccare quale coppo avrebbe lasciato cadere maggiore sgocciolio d'acqua e quella era la tua riserva per tutto il giorno. Ora tutto è diverso, ma ancora c è da fare: negli ultimi anni (dopo una breve parentesi in Camerun) si è dedicata ad un villaggio di Sem Terra. Ambiente non facile e abilmente capaci di riprodurre tutte le situazioni di violenza che subiscono, le persone hanno forte richiesta di educazione ed apprendimento, per capire come camminare insieme, perché i fattori di disgregazione sono gia troppi. Su questo stava lavorando, a partire dalla catechesi, sempre fattore si coscientizzazione qui in Brasile.

La messa è per lei, perché ormai superati gli 80 deve rientrare in Italia. Ma qui oggi intervengono tanti, anche il vescovo, per dimostrarle il proprio affetto. Di più, per aver aiutato a formare un pezzo di storia della vita di tanti. Viene voglia di dire che era meglio conoscerla prima anche noi. Un donnino magro, non molto alto, sorridente sempre.

Tra i tanti commossi grazie, quello di 3 preti che hanno ricevuto da lei la spinta a credere nella propria vocazione.
Uno di loro è Jil, parroco nella zona di Ipiau. Come stazza è l'esatto opposto di suor Assunta: più alto, molto più rotondo, più giovane ma non di tanto, poco più che 10 anni. Certamente condivide con lei lo spirito, allegro, autoironico, accogliente, frizzante, come quando ci parla (gia ieri ce lo aveva detto padre Jeorge) del proliferare di sette e pure di quelle forme carismatiche che portano anche i cattolici a vivere fuori dal mondo reale, alla ricerca di qualche conferma divina miracolistica alla propria salute, lavoro, affetto,.... Insomma una sorta di oroscopo versione cristiana, dove il dono di vita e la carità sono solo moneta di scambio per un Dio che ha sete di essere pagato per fare qualcosa in cambio. Insomma, tutta un'altra cosa del dio padre misericordioso che Gesù annuncia.
Cosi descrivendo uno di questi movimenti, delle loro liturgie, dice: iniziano a pregare e poi PAF PAF PAF cadono per terra, accompagna l'affermazione con il gesto blando di una mano che descrive questi invasati.

Ci piace padre Jil, che ci mette in guarda dall incapacità di fare silenzio e stare con se stessi in silenzio, ogni giorno. Senza rischiamo l'incapacità di relazione col prossimo. Penso che questo non riguardi solo la preghiera, ma che sia parte della dimensione radicale dell'uomo. Il nostro silenzio a volte è solo chiasso confinato nella testa.

Pranzo e saluti. Poi con le suore che vivono al bairro più vicino al mare, andiamo su una barca fin oltre la foresta di mangrovie che circonda la zona dove le case diventano il porto, le barche sono canoe lunghe, per tirare su reti da pesce, o appostarsi tra gli alberi per cacciare i granchi neri giganti. Il quartiere ci sembra meno tranquillo di quello di Salvador. È una zona molto afro, qui si concentrava l arrivo degli schiavi dall Africa per le piantagioni di canna da zucchero. Non a caso per secoli Salvador era capitale del Bahia.
Arriviamo fino ad un isola dove incontriamo Marsio e la sua famiglia. Bisnonno italiano, qui sta riparando la casa delle sue vacanze, con l'aiuto di moglie e figli. Nuotiamo, girovaghiamo, poi ci chiede di fermarci a prendere un caffè: praticamente un anticipo della cena dalle suore.

Il clima di accoglienza è reale, siamo come a casa e prendiamo quanto vogliamo di formaggio, prosciutto cotto e gallette che ci vengono serviti. Parliamo della loro vita e della nostra. Come se fossimo lì e starci per sempre. Marsio lo dice "accogliere è quanto torni dalla vita".

La cena con le suore, presente anche suor Assunta, ci trattiene a tavola non solo per consumare il pasto, ma anche per parlare di cose importanti o semplicemente sorridere in una umanità che sempre più viene a galla.


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