Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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lunedì 21 maggio 2018

Unione Europea non è solo l'omogeneizzato della finanza (prolusione del patriarca ecumenico Bartolomeo)

 I temi al centro della prolusione del patriarca ecumenico Bartolomeo rivolta ai rappresentanti diplomatici dell’Unione Europea incontrati ad Ankara alcuni giorni fa: futuro dell’Europa, diritti dell’uomo, fenomeno migratorio.


Bartolomeo ha espresso il rammarico per il disprezzo ostentato della società contemporanea nei confronti del Creato, sottolineando che la solidarietà al creato e all’umanità sono fattori imprescindibili, «le due facce della stessa moneta». «Oggi - ha aggiunto - si assiste per il mondo, ad un distacco dalla tradizione della solidarietà, un fenomeno del nostro tempo, che è dovuto alla rapida e diffusa crescita dell’individualismo, edonismo, consumismo e alla mancanza di sensibilità sociale».

In risposta a questa sfida, «le religioni - ha esortato il primate ortodosso - sono chiamate a promuovere le loro tradizioni filantropiche, e lavorare per costruire “ponti” allo scopo di proteggere la sacralità della persona umana e contribuire al riavvicinamento delle persone e delle culture contro il fanatismo e il conflitto delle culture. Nel loro insegnamento e nella pratica, devono riconfermare l'ininterrotta unità tra la fede in Dio e l’amore per i nostri simili. La risposta a questi problemi moderni richiede davvero una comune azione, altrimenti il futuro non si prospetta roseo».

Soffermandosi sul tema dell’Europa, Bartolomeo ha ricordato come essa, nel suo cammino verso la piena integrazione e l'unità, non può avere soltanto come unico riferimento lo sviluppo economico, bensì il rispetto della dignità della persona umana. «Per noi, l'Europa è un grande esperimento di solidarietà, in un continente che nel secolo scorso ha vissuto le due più sanguinose e terribili guerre della storia dell'umanità», ha affermato. «È un progetto di pacifica convivenza, libertà, giustizia e rispetto del pluralismo».

In questo senso, l'Europa non è il “Kopfgeburt”, cioè «un prodotto della mente» - come è stato definito nel passato dal famoso sociologo Ralph Dahrendorf -, ma piuttosto «incarna degli alti ideali umani e certamente anche un certo idealismo». «Non è possibile che l'Unione Europea deve semplicemente esistere come un progetto impostato sulla omogeneizzazione economica e di un certo sviluppo, basato sul principio della autonomia dell’economia». Ciò che sta alla base del progetto europeo sono «i diritti dell’uomo e il concetto di “società aperta”, entrambi espressioni di fede nella libertà e nella dignità umana», ha ribadito Bartolomeo.

Sviluppando poi ulteriormente il suo pensiero sull’Europa, nell'anno del 70esimo anniversario dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, il patriarca ecumenico ha sottolineato che: «Non occorre dare enfasi ai concetti di uguaglianza, fratellanza e libertà presi singolarmente perché si rischia andare alla deriva dei vari radicalismi Questi tre concetti e valori sono imprescindibili tra di loro e sotto questo aspetto la nostra visione d’Europa ha una base etica e spirituale». Di conseguenza, noi distinguiamo «l’Europa tecnocratica che dà la precedenza ai valori del mercato da quella che si basa sui diritti dell’uomo e sul pluralismo». «È piuttosto caratteristico che questi principi vengano alla ribalta quando si mettono in discussione l'unità e il futuro dell'Europa», ha osservato il leader ortodosso.

Che ha pure voluto ribadire che «i diritti non costituiscono una minaccia al pluralismo, ma assicurano quelle condizioni per poter esprimere liberamente le eredità culturali e il rispetto delle differenze. La globalizzazione non significa uniformità. Sotto questo aspetto la libertà religiosa appartiene ai valori dell’Europa».

«Deve esser ben chiaro - ha poi aggiunto - che l'Unione europea non è emersa ex nihilo, dal nulla. Si basa su una lunga tradizione di valori e battaglie per la libertà, la giustizia e la fede nella dignità della persona umana. Senza queste radici, sarebbe impossibile determinare quello che definiamo oggi "Europa". Una di queste radici è indubbiamente il cristianesimo. Pertanto, il nocciolo dell'Europa moderna, vale a dire i diritti dell’uomo, portano il marchio del cristianesimo, anche se non possono essere considerati come sua diretta creazione. Né il rifiuto iniziale dei moderni diritti dell’uomo da parte delle Chiese cristiane dell’Occidente, né le tendenze anti-ecclesiastiche degli illuministi, sono stati in grado di eliminare le radici profonde dei diritti umani nella tradizione e nella cultura cristiana». 

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