Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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venerdì 26 ottobre 2018

Sinodo sui giovani: un confronto tra culture!

Il Sinodo sui giovani (3-28 ottobre), giunto alla «stretta finale», come ha detto il portavoce vaticano Greg Burke, si caratterizza sempre più come un confronto tra le diverse culture di provenienza di padri sinodali, esperti e delegati fraterni, giovani uditori. Scrive così Iacopo Scaramuzzi su Vatican Insider:


«Non abbiamo le stesse esperienze e le stesse preoccupazioni, ma abbiamo molte questioni in comune», ha detto al briefing quotidiano monsignor Bienvenu Manamika Bafouakouahou, vescovo di Dolisie nella Repubblica Democratica del Congo. Il tema della migrazione, ad esempio, spesso viene affrontato mettendo l’accento sul fatto che chi emigra dall’Africa cerca un futuro migliore altrove, «e non è falso, ma io ho insistito sul fatto che la causa è anche uno sconvolgimento dell’ecosistema provocato dalle industrie estrattive, i giovani sono espulsi dalle loro terre, con la complicità delle multinazionali, i giovani sono asfissiati e cercano aria pura altrove», ha spiegato il presule africano.

Più in generale, al Sinodo «c’è stata universalità dei temi, non si può dire che ci siano temi eurocentrici: certo, alcuni aspetti importanti che per me che vengo dall’Africa non attirano la giusta attenzione, mentre ad esempio la questione Lgbt è un tipo di argomento che in Africa esiste ma non con la stessa ampiezza, non è una vera preoccupazione, si può parlare di una preoccupazione piuttosto europea: ecco, ci sono dettagli così che possono essere eurocentrici, ma in generale l’Africa si ritrova nei temi universali trattati».

Per il gesuita Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, «nelle nostre discussioni snodali emerge una grande complessità e diversità: la Chiesa è sempre più immersa nel contesto in cui vive, le diversità aumentano, la discussione è più ricca e più complessa, anche a livello linguistico. Questo è già emerso nei Sinodi precedenti e sempre più emergerà. È una grande sfida positiva per la Chiesa, chiamata ad essere sempre più plurale, capace di ascoltare le diverse culture e capace di immergersi. In questo senso si può parlare del Sinodo come di un evento quasi miracoloso, il fatto di condividere la stessa fede pur incarnata in contesti culturali così diversi».

Anche il cardinale Louis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, ha sottolineato che, sin dai passi preparatori del Sinodo, c’è stata «attenzione alla diversità e alla complessità dei contesti», come pure nel gruppo linguistico di cui egli ha fatto parte, formalmente in inglese. «Wow!», ha esclamato il porporato filippino, «usavano otto o nove diversi tipi di inglese! Essere nel gruppo inglese non significa che intendiamo la stessa cosa quando diciamo la stessa parola: questa è una sfida per la Chiesa, trovare un terreno comune in mezzo alle diversità».

In aula, questa mattina, è stata «brevemente illustrata» una bozza del documento finale del Sinodo. Sabato il documento sarà votato punto per punto con una maggioranza dei due terzi.

Nel testo, ha spiegato il cardinale Tagle in risposta ad una domanda sul fatto che nei documenti preparatori al Sinodo compariva l’acronimo “Lgbt”, vi sarà un riferimento alla questione omosessualità e alla necessità di un approccio accogliente da parte della Chiesa. «Negli interventi in aula e nei gruppi linguistici la questione, l'approccio della Chiesa alla comunità dei cosiddetti Lgbt, è stata presente, è stata sollevata molte volte», ha detto il porporato. «L’appello alla Chiesa di essere acogliente, una Chiesa che guarda all'umanità di tutti, è sempre presente, non solo su un singolo tema, ma come spirito di fondo. Abbiamo avuto la bozza solo questa mattina, ed è spessa, passeremo il pomeriggio e la sera a leggerlo ma devo dire che penso che il tema nel documento sarà presente, in che forma e con quale approccio non so, ma sono fiducioso che sarà parte del documento».

La riunione di ieri mattina, ha notato Ruffini, si è conclusa con una battuta dei due segretari speciali dell’assemblea, il gesuita Giacomo Costa e il salesiano Rossano Sala, che hanno notato come il primo “miracolo” del Sinodo sia stata la concordia tra un gesuita e un salesiano. 


tratto da Vaticaninsider

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