Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 10 ottobre 2018

Rischi del populismo e dell'uso liquido del web. L'importanza di recuperare il dialogo intergenerazionale. Papa Francesco incontra i giovani durante il Sinodo

il Papa chiede ai giovani coraggio, coerenza e concretezza. Ma prima mette in guardia dal pericolo dei populismi che fanno vedere nell’altro, nello straniero, il male e un nemico da allontanare. «Oggi - dice - sono di moda i populismi, che non hanno niente a che vedere con il “popolare”: il popolare è la cultura del popolo che si esprime nell’arte, nelle scienze, si esprime nella festa: ogni popolo fa festa a suo modo. Ma il populismo è il contrario: è la chiusura in un modello: “Siamo chiusi, siamo noi soli”, e quando si è chiusi non si va avanti». Come vincere questa mentalità di chiusura, questa mentalità che porta a «fare schiavi i più deboli», che porta a «chiudere non solo le porte, ma anche le mani»? «Si vince con l’abbraccio, con l’accoglienza, col dialogo, con l’amore che è la parola che apre tutte le porte», afferma Bergoglio. 


Inizia così un dialogo breve ma intenso con i giovani e i padri sinodali, quando Papa Francesco assiste per oltre un’ora ai canti, i balletti, le testimonianze, i filmati e gli sketch che scandiscono l’incontro “Noi per. Unici, solidali, creativi”. È l’evento promosso dalla Segreteria generale del Sinodo e dalla Congregazione per l’Educazione cattolica, una vera e propria kermesse attraverso la quale i ragazzi e le ragazze di tutta Italia, dell’Europa e anche del mondo, vogliono ringraziare il Papa per aver dedicato a loro la grande assise dei vescovi.


Con lo stesso vigore avverte anche dai pericoli del web: «È vero - dice - l’interconnessione con il digitale è sicura, è rapida, ma se tu ti abitui a questo finirai come quelle famiglie a tavola, a pranzo o a cena, ognuno col telefonino in mano, parlando agli altri col telefonino, senza un rapporto concreto, reale». Questo non va, insiste Papa Francesco. «Ogni strada che voi farete per essere sicura deve essere concreta», perché è la concretezza che «porta avanti». Pertanto «se i media, l’uso del web ti porta fuori, ti fa “liquido”, taglialo!».

A proposito di concretezza, il Papa invita - come sempre negli incontri con la gioventù - a recuperare e rinsaldare le proprie radici attraverso il dialogo con gli anziani. Quasi commosso per la foto di un ragazzo con il proprio nonno mostrata durante la propria testimonianza («è il più bel messaggio della serata», dice), Francesco esorta: «Parlate con i nonni, parlate con i vecchi, questo vi farà felici. Loro sono le radici della vostra concretezza, del vostro crescere, fiorire e dare frutto. E tutto quello che l’albero ha di fiorito viene da quello che è sotterrato. Questo non l’ho detto io, l’ha detto un poeta».

Ancora il Pontefice, traendo spunto dalle domande dei partecipanti all’incontro, parla della «coerenza di vita», dicendosi rammaricato per il fatto che i giovani debbano scandalizzarsi nel «vedere una Chiesa incoerente, che ti legge le Beatitudini e poi cade nel clericalismo più principesco e scandaloso». «Se tu sei cristiano, prendi le Beatitudini e portale alla pratica. E se tu sei un uomo o una donna che ha dato la vita, l’hai consacrata, anche se sei un prete - anche un prete che balla – e vuoi vivere come cristiano segui la strada delle Beatitudini non della mondanità, del clericalismo, una delle perversioni più brutte della Chiesa», chiosa Bergoglio.

«Anche voi - dice ai ragazzi - dovete essere coerenti in questa strada e domandarsi: io sono coerente con la vita?». «Per favore - aggiunge - voi giovani non avete prezzo, non siete merce all’asta. Non lasciatevi comprare, non lasciatevi sedurre, non lasciatevi schiavizzare dalle colonizzazioni ideologiche che ci mettono idee in testa per farci finire schiavi, dipendenti o falliti nella vita. Ditelo sempre: sono libero, non sono all’asta, innamoratevi di questa libertà che viene da Gesù». 

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