Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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domenica 12 marzo 2017

Marcello Cimino, bruciato vivo a Palermo: parla il vescovo Lorefice

«Se un uomo è capace di fare un gesto di questo genere vuol dire che il cuore realmente sta diventando di pietra, un cuore che si indurisce, che perde se stesso, che perde la propria identità». È il commento, indignato e carico di amarezza, espresso dall’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, in una intervista a Radio Vaticana.


Marcello Cimino, quarantacinquenne, solito frequentare il centro di assistenza ai poveri gestito dai volontari francescani, vivente per strada. Durante la notte, tra venerdì e sabato di questa settimana, il corpo di Marcello Cimino, in pieno sonno, è stato dato alle fiamme, senza nessuna pietà. «È un gesto – prosegue mons. Lorefice – che si consuma anche nei confronti di gente che comunque porta dentro un disagio, il segno di una povertà non solo materiale. I poveri ad alcuni possono dare problemi, anche fastidio, ma non è assolutamente ipotizzabile un atto scellerato del genere».

«Ci sono clochard – conclude Lorefice su Radio Vaticana – che sono “nostri”, nel senso che sono del luogo e altri che vengono da fuori, sono stranieri. A Palermo abbiamo tante realtà... La situazione è quella di una città che sempre di più, quando succedono queste cose, dovrebbe non riuscire a trovare una giustificazione. Se non si riesce a rispettare neanche la libertà personale di chi sceglie di stare in mezzo alla strada, non possiamo assolutamente pensare di essere arrivati, anzi, dobbiamo fare di tutto, lavorare su una cultura della non violenza. A vedere anche le immagini il cuore si strappa: è impensabile che un uomo sia capace di fare un gesto così efferato. Noi tutti siamo sempre di più interpellati a ripensare alla nostra vita in altri termini, a ripensarla dai più fragili. Questa è una cosa che sento come vescovo: una città degli uomini non può che ripensarsi a partire dai più fragili».  

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