Si tratta di un appuntamento che negli anni è diventato un punto di riferimento per i giovani missionari italiani, per le comunità, per tutti coloro che guardando al martirio in odium fidei non vedono un mero sacrificio ma il compimento di una vita alla sequela di Cristo. A tale proposito Missio Giovani ha prodotto il materiale che segue, con l’intento di promuovere questo evento dalla forte valenza ecclesiale.
Lo slogan della Giornata è: “Innamorati e vivi”. Un messaggio che custodisce in sé due significati. Il primo, nell’accezione qualificativa, descrive appieno coloro che ardenti di amore per Dio Padre e le Sue creature hanno investito la totalità del loro tempo per prendersene cura. Dei veri e propri giardinieri del Regno. Tanto appassionati al Mondo quanto a chi lo abita. Il secondo è un vero e proprio imperativo, l’eredità che i martiri hanno ricevuto da nostro Signore trasmettendola a noi, oggi. Solo chi si innamora è disposto ad abbandonare il superfluo per cogliere al fine l’essenza della vita. Questa promessa non è solo speranza per l’avvenire ma prima di tutto garanzia per il presente.
....Ricorda, però, che la voce della realtà non è mai del tutto nitida e occorre purificare le parole, i sogni e le intuizioni per riconoscere se in essi c’è la voce di Dio, oppure no. Così, si tratta di uscire, andare, vedere, servire ma anche di fermarsi, sostare, ascoltare. Oggi, di questo, abbiamo molta paura perché corriamo sempre più veloci e sembra che rallentare sia come morire. Abbiamo paura di sostare perché non ricordiamo più – o ancora non abbiamo scoperto – che al fondo di noi stessi non ci sono il freddo, il buio, la solitudine ma lo Spirito di Dio che ci ama, sempre. Lì sta la sorgente della vita viva, nei gesti e nella Parola di Gesù che spinge fuori, riscalda, guarisce dall’anima «i colpi ricevuti, i fallimenti, i ricordi tristi, le ferite delle sconfitte della propria storia, i desideri frustrati, le discriminazioni e ingiustizie subite, il non essersi sentiti amati o riconosciuti, il peso dei propri errori, i sensi di colpa per aver sbagliato» (Christus vivit, 83). Tutto questo non ha mai l’ultima parola sulla nostra vita: «Cristo vive e tutto quello che tocca, diventa giovane, si riempie di vita» (Christus vivit, 1). E vuole coinvolgerti in questa sua missione di «illuminare, benedire, vivificare, sollevare, guarire, liberare» (Evangelii gaudium, 273). Se lo sei stato/a tu, illuminato/a, benedetto/a, vivificato/a, sollevato/a, guarito/a di certo ti sei acceso/a di quella passione che è il motore che spinge a dare la vita. È se c’è un martirio cruento e sanguinoso, ce n’è un altro che si consuma silenziosamente, giorno per giorno nella bellezza e nella fatica di amare (cf. Madeleine Delbrêl, La passione delle pazienze). Questa è la tua vocazione: innamòrati, allora! E vivi! (dalla Riflessione tematica di don Michele Gianola direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni della Conferenza Episcopale Italiana )
Nessun commento:
Posta un commento