Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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giovedì 19 marzo 2020

19 marzo 2020 CON ORDINE E ONESTA' (commento a Mt 1,16.18-21.24a)

Dal vangelo secondo Matteo
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.


“Se poni san Giuseppe dinanzi a tutta la Chiesa di Cristo, egli è l'uomo eletto e singolare, per mezzo del quale e sotto il quale Cristo fu introdotto nel mondo in modo ordinato e onesto. Se dunque tutta la santa Chiesa è debitrice alla Vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza.”( Dai «Discorsi» di san Bernardino da Siena, sacerdote).
Fa pensare la libertà di Giuseppe: se concepiamo la libertà come un vassoio dove ci siano offerte diverse portate e noi che possiamo scegliere dal menù, allora Giuseppe ci sembra tutt’altro che un uomo libero. Ma la libertà descritta solo in questo modo non ci assimila piuttosto a dei consumatori?
La libertà è scegliere, certamente, ma con il criterio della vita che è donata, perché noi siamo questa vita. Posti nel mondo, scelti per vivere, pronti a trasmettere vita.
Per Giuseppe il criterio della vita era quello di essere padre: le vicende remavano contro. La sua sposa promessa portava in grembo già un figlio. Non suo. Tuttavia non è parte essenziale della nostra paternità o maternità questo senso di possesso sulla creatura generata. Ci sono due aggettivi che San Bernardino usa per spiegare la scelta da parte di Giuseppe di prendere Gesù come suo figlio: “per introdurlo nel mondo in modo ordinato e onesto”. Cioè l’essenziale di un padre: offrire l’orizzonte fermo (=ordinato) entro il quale crescere, permettere la piena maturità umana (=onesto) di questo figlio.
Il programma di Giuseppe andò all’aria, il piano come lo aveva pensato (le 3 M: mestieruccio macchinina e mogliettina) divenne ormai un foglio da archiviare. Non così la sua vita! In questi tempi dove i nostri programmi saltano in mille modi, e a volte anche nel dolore di amici o parenti che sono malati o addirittura muoiono, non abdichiamo alla vita! Non siamo chiamati solo alla difensiva, come persone, né a diffondere paure o sensi di colpa, come cristiani, ma anche oggi, in piena epidemia, a sapere come introdurre Cristo nel mondo in modo ordinato e onesto. 
Anche io sono Giuseppe. Auguri, babbo!

Buon lavoro!

Donde

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