Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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domenica 4 agosto 2019

VUT 6: il fiume ed il ponte (4 agosto 2019)

Occhi aperti, giorno di viaggio, 300 km da Morogoro a Tosamaganga: forward to the past! Alla meta ci arrivo carico di 30 anno di incontri, persone, volti.

Facciamo così: fate finta di sfogliare un album di foto.


Alba: raggiungo la cappella per celebrare la messa. C è appena l'accenno di un lucore che ad est sembra farsi serio. Guardo a terra per evitare l'insidia di buche impreviste. Senza torcia la terra appare velata di grigio, come quella patina che ti ritrovi sugli occhi appena ti svegli. Distinguo le cose: sentiero, erba, trappole. Mi lascia stupito il riuscire a vedere le tane delle termiti, formiche piccole, devastanti col legno, ma talmente diafane da non poter camminare alla luce del sole ed essere costrette a costruire vicoli e strade al coperto, in tunnel di terra, a coprire anche tutta la loro devastante attività. Nell'aria ancora fresca del mattino l'odore dei fiori del mango abbreviano il cammino del sole.

Ad un certo punto la strada attraversa il mikumi park. I ragazzi scrutano la savana per cercare animali selvaggi. Io mi stupisco di tanto in tanto che entriamo in nuvole di farfalle bianche, come anime leggere felici di giungere alla meta sicura.

Giraffe antilopi zebre facoceri i ragazzi si eccitano come un bel gioco. Le nubi sopra di noi si distendono per tutta la pianura come mamme serene a guardare i figli giocare. Ogni tanto gettano ombre imponenti sul mondo dove viviamo. Si stacca da loro una profonda ala d'azzurro cielo in fuga verso le montagne.

Starcom ha chiuso: dopo l'inizio della salita che porta agli altipiani, c'era questa sorta di autogrill molto vivace fino a 5, 6 anni fa. Capace di attrarre anche i banchetti di chi produce pomodori, cipolle, carbone per approfittare del buon cibo, spinto profumo sui passeggeri di soste fulminee in discesa dai bus, e vendergli qualcosa. Ma dopo che ha aperto più a valle Al-Jazeera, il pesce piccolo si è ridotto sempre più. Ora c'è rimasta la lisca, il tempo, mercante migliore, si mangerà anche quella. Qualche tir approfitta del piazzale ancora agibile per fare manovra. Un bimbo seduto su un trabiccolo non più ambito, ci guarda, sorride, saluta.

Arriviamo a Tosa! Il ponte sul piccolo Ruaha è crollato per una manovra di un camion. 30 anni fa don Tullio ci fece scendere dal bus per timore che non reggesse il peso. Ora hanno scavato un doppio canale per poter costruire un nuovo ponte (intanto la strada è tagliata e dobbiamo deviare per un tragitto alternativo, lungo e scomodo).
La fine di un mondo. Questo taglio netto irreversibile porterà un beneficio maggiore, ponte più grande. Finché avrò memoria mi ricorderò dell'altro ponte, quello che mi ha segnato la vita.

Con alcuni del gruppo osserviamo anche stasera le stelle. Meno inquinamento luminoso! Il nostro driver, Salehe, ha lasciato qui il pulmino per andare a cercare dove dormire. Deve essere stanco, ha guidato tutto il giorno. I bimbi dell'orfanotrofio dopo averci occupato ogni linea di sguardo, ora tacciono nei loro lettini, nelle loro camerate.

d.onde

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