Noi, fermi. Di fianco uno dei tanti pulmini che accompagnano le persone che si devono svegliare prima dell'alba per raggiungere in tempo il luogo di lavoro. I volti chini sui cellulari. Noi e loro.
Procediamo lentamente per Bagamoyo. Non ci sono scorciatoie se vuoi iniziare un cammino in Tanzania: si parte da lì. "Abbandona qui il tuo cuore", tradotto il termine rende ragione di un luogo dove si compivano i tragitti dei trasporti di merci preziose e quello degli schiavi prima di essere venduti. Il cuore dovevi seppellirlo e lasciare che il corpo soltanto potesse essere venduto. Ma la sofferenza non si può staccare via e fingere come non ci fosse.
A Bagamoyo arrivano nel 1868 i padri dello Spirito Santo. Liberare gli schiavi è stato il primo metodo pastorale.
Per apprendere di nuovo a vivere in comunità con altri, gli ex-schiavi ormai sradicati dalle proprie radici, ricevono la proposta di entrare in questi Christian Freedom Village, una utopia per poter vivere in comunione gli uni gli altri, sul modello dei primi capitoli degli Atti degli apostoli. Un esperimento coraggioso di cui oggi forse dovremmo ricordarci.
Ricordare (il verbo stesso lo rivela nella sua etimologia) significa mettere di nuovo nel cuore. E non è indifferente cosa ci mettiamo. L'Africa e noi partiamo da questa storia chiedendoci: cosa ci siamo messi nel cuore?
Non ci sono scorciatoie: per compiere il viaggio dobbiamo chiederci come è messo il nostro cuore. Se sia libero oppure qualche pesante catenella lo tenga frenato nei desideri e negli ideali di vita.
Per questo accompagno il gruppo a vedere le tombe nella zona storica dove restano le croci dei missionari e missionarie della prima ora, morti anche giovanissimi. Giungevano in terre d'Africa sapendo che i rischi erano molteplici e molti venivano stroncati da clima e malattie.
Uno di nome Apollinare aveva 21 anni. Invito il gruppo a confrontarsi con la sua età. "Pensate non avesse desideri, amicizie, casa e parenti come avete voi? Eppure è venuto qui conoscendo i rischi. Credo di una cosa fosse sicuro: che le sue azioni avevano un senso. Che ogni suo gesto compiuto fosse un segno che non passa. Ogni nostra azione è importante. Non lasciatevi dire da qualcuno che quello che fate non serve a niente. Quello è il peggiore degli educatori.".
Un po di silenzio. Chissà se saranno...saremo capaci di non prendere scorciatoie oggi.
"Basta un uomo buono perché ci sia speranza!".
(Laudato si. n.71)
d onde
Nessun commento:
Posta un commento