Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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mercoledì 5 luglio 2017

Università generative per il «bene comune»: Quanto vale formare i giovani.

Il recente discorso ai laureati del Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Tim Cook ha impressionato più di quello, assai celebre, a suo tempo pronunciato all’Università di Stanford da Steve Jobs. E questo per la profondità e l’ampiezza di prospettive. Nella sua prolusione, l’attuale numero uno di Apple parla di una faticosa e lunga ricerca per dare un senso profondo alla propria vita – professionale e no –, orientandola all’obiettivo più ambizioso di tutti: il progresso e il bene dell’umanità. Racconta dell’incontro con papa Francesco, del ruolo e dei pericoli della tecnologia e invita i neolaureati a cercare la generatività vera e non una popolarità effimera e superficiale misurata in termini di like sui social network.


Tim Cook conferma ancora una volta come nel progresso dell’umanità troviamo sempre importante traccia del desiderio di contribuire sempre di più al bene comune e dell’emergere di una nuova generazione di leader imprenditoriali, più ambiziosi, che mirano all’impatto e alla generatività oltre che al profitto. Non è un caso che un discorso di questo tipo sia stato pronunciato in un’università, uno dei luoghi chiave dove i giovani sviluppano saperi e competenze per poter essere generativi. Lo diciamo in un Paese come l’Italia che ha la quota di laureati sulla popolazione più bassa tra gli stati dell’Unione Europea, dove l’analfabetismo funzionale di ritorno è una piaga profonda e rappresenta la non ultima concausa della diffusione di post-verità e della difficoltà dei cittadini di misurare l’effettivo valore delle classi politiche.


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