Ieri sera atterraggio super morbido in un materasso di caldo fatto di calde piume di gradi: sono le 20.40, forse saranno 36 gradi ma ciò che ci impressiona in questi due giorni saranno gli oggetti. Ombra o luce, dentro o fuori casa, tutto ciò che tocchi è sempre caldo, come una torta appena cotta che viene messa a raffreddare.
Un tassista più rapido degli altri ci chiede 400 lire egiziane per l'albergo. Diciamo di no. Il secondo che ci viene incontro prende 200. Va bene. Poi lui chiama il primo tassista che prende l'altro taxi e ci accompagna. Serenissimo, ci fa domande per capire se può offrirci altri servizi. Mastica un chewing-gum. Scendiamo nella notte trafficata in questa piccola città rurale che ora vive prevalentemente di turismo. Un gesuita ebbe l'intuizione che fosse qui situato l'antico centro della Tebe egizia (tutto era sommerso dalla sabbia e dalle case, la guida ci dirà che solo il 25% per ora è emerso delle tombe e delle rovine antiche).
Noi siamo ospiti dei frati minori che hanno la casa dirimpetto al tempio di Amon Ra. Incredibile? Nel 1672 i frati costruirono il convento sopra il tempio e quando iniziarono gli scavi gli diedero la sede proprio vicino alla precedente. Immaginate come se vi dessero da dormire in una casetta a 15 metri dal Colosseo e voi uscite in cortile e il tempio è lì maestoso, silente, antiche ossa che hanno resistito migliaia di anni da prima di voi, o se volete, da prima di Cristo.
Ci accoglie padre Milad, e principalmente sarà lui il nostro ospite. Parla bene italiano, ha compiuto alcuni studi anche in Italia. Non alto, magro, modesto, capelli leggermente ricci, tratti locali, umile, con un sorriso paziente che si comprende essere anche la sua nota pastorale di comunione con i suoi parrocchiani. Nel cortile ci sono ancora tante persone. Quando nel centro della giornata ci sono 46 gradi si comprende che la notte è l'unico giorno possibile.
Dopo il breve tempo di accoglienza (stanze passaporto perché sanno che siete qui un po' da bere un bagno) veniamo affidati a Barnaba -conosce un po' di italiano, aveva iniziato la formazione francescana poi interrotta- per una passeggiata notturna. Il tempio, l'approdo delle navi passeggeri di crociera con Assuan, il Winter Hotel dove soggiornava anche il re durante l'inverno. L'albergo è accessibile e possiamo visitare la zona del piano terra, giardino compreso. Hotel extra lusso, a volte con il sapore delle fotografie nel film Shining. Ma bello! Specialmente il giardino sotto una luna piena, luminosa torcia notturna, che spegne le stelle ma gioca con le ombre defli alberi. In un angolo un pavone in gabbia ci guardia un po' scocciato. Oltre anche una piscina. Controlliamo su internet, prezzi neanche troppo alti per i servizi ed il contesto che vediamo. Nella hall un grosso vaso con fiori emana un profumo non artificiale, adeguato al legno dei pavimenti e alle pareti piene di foto o oggetti del secolo scorso.
Rientriamo ed inizia la nostra prima notte a Luxor. Ventilatore. Doccia. Ventilatore. A letto. Ventilatore. Notte. Ventilatore.
Il 4 agosto parte la lunga giornata con Beshoy, alle 7 partiremo per avere un vantaggio sul sole.
Ho del tempo per parlare con padre Milad. Il suo nome vuol dire Natale, perché lui è nato i primi giorni di gennaio.
I controlli servono per evitare attentati, ma anche per sapere chi entra e chi esce dalle chiese e dalle parrocchie. Le mosche mattutine mentre faccio colazione sono assillanti come chi vuole il tuo posto perché c'è una doppia prenotazione. Milad parla ancora di attenzione a singhiozzo: il permesso c'è ma poi la costruzione della chiesa è costretta a rallentare. Dipende dal territorio. Comunque meglio adesso che in passato
La guida è arrivata e noi siamo pronti. Si inizia dalla parte ovest: dove il sole muore e dove venivano seppellitti re, regine, principini e nobili. Per 5 secoli fino al 1069 a.C. Dobbiamo uscire da Luxor per un po' e raggiungere l'unico ponte per passare il Nilo, quello nuovo è in costruzione.
Prima visitiamo il tempio della regina Achipsuth, che morto il marito dovrà costruire con i sacerdoti una nuova mitologia, di sua madre visitata da Amon e questo incontro avrebbe prodotto la sua nascita. Figlia del dio maggiore nessuno avrebbe potuto negarle il potere. Il figlio inviato nel basso Egitto, a Gizah per la scuola militare. Alla sua morte irritato da questo sopruso, condannerà la madre alla damnatio memoriae, scolpendo via e cancellando ogni volto che la raffigurasse, nei tratti o nei geroglifici. Ma dove l'immagine era quella di un dio, non poteva toccarla!
Ci trasferiamo nella valle dei re. Sono le 10 passate. Il sole morde, non ha denti ma affama di caldo la pelle che si prosciuga prima ancora di sudare. Cosa sarà attraversare i deserti per i migranti che passano il Sahara! Noi qui abbiamo acqua o i soldi per comprarla. Ci sono i bar per turisti appena fuori di una tomba. Il deserto rischia di diventare la valle degli schiavi perduti, prima ancora del Mediterraneo.
Beshoy non è solo una guida, ma un egittologo in attesa di entrare nel ministero (inschallah! Direbbe lui). Esperto di storia ed archeologia, ci traduce con precisione i geroglifici per spiegarne il senso.
Le credenze sull'oltretomba degli egizi si è evoluto nel tempo, creando anche un sistema che noi definiremmo di parole magiche per aiutare il re a superare gli ostacoli che avrebbe trovato sulla strada. Animali, simboli, formule: tutto doveva servire per riconnettersi al re ed aiutarlo.
Per esempio conoscere il nome del demone per sconfiggerlo e passare le porte. Scopriamo che il profumo veniva considerato un ottimo modo per allontanare i demoni.
I colori e gli scavi e l'imponente concezione per produrre tutto questo lascia smarriti. Alcune tombe sono profondissime. La durata della vita del re determinava anche questa profondità.
Rientriamo oltre le 13. E dopo pranzo un sonno di una stanchezza che il mio corpo fatica a recuperare mi fa dormire quasi fino alle 18.30 quando usciamo per vedere le due meraviglie sul lato est del fiume, dove si celebravano le feste. Il tempio di Amon e il tempio di Karnak.
Il primo che vediamo ci permette di capire come diverse possano essere le artistiche simmetrie architettoniche che noi attribuiamo solo alla Grecia e alla Roma classica. Anzi, qui tutto ha una proporzione adeguata al grande dio che vi soggiornava e garantiva la sua benevolenza.
Curioso: vicissitudini e secoli hanno fatto sì che nel medesimo spazio convivessero 4 religioni. Quella egizia. Poi quella di Alessandro Magno, che si fa riconoscere come nuovo faraone adottato da Amon. Segue quella cristiana a sua volta sostituita da quella islamica. L'ironia di Dio sfugge sempre alla serietà delle religioni.
Concludiamo, io a fatica, nel tempio di Karnak con lo spettacolo di luci e voci. Bello anche se datato e poco essenziale per noi che abbiamo avuto Beshoy.
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