Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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martedì 1 agosto 2023

VIAGGIO AL CAIRO - 1 AGOSTO - ULTIMA GIORNATA AL CAIRO

 


Il blackout quotidiano è caduto proprio alle 21 di sera, per cui stiamo vivendo per la seconda volta la notte di buio nella megalopoli. Poi apro la finestra e come altre volte, il palazzo dietro al nostro è perfettamente collegato alla rete elettrica. Forse ci saranno dei negozi sull'altro lato, fatto sta che spesso quando la tolgono da noi, lì rimane. Il nostro settore deve essere uno di quelli che quando arriva l'ordine alla centrale: "bisogna spegnere qualcosa, c'è troppa energia assorbita questa sera!"

"Chiudiamo il settore fortunello?" "Ma si! Ci sono solo suore, case, e lavori in corso!". Speriamo non si freghino il pezzo come durante il blackout di martedì scorso! Siamo nel settore fortunello: tante cose sono ottime, le suore qui ci vogliono bene e sono premurose. La corrente elettrica? Ehi non si può avere tutto dalla vita! Se penso a tante zone del mondo dove l'elettricità è solo una cosa letta nei libri, nella pagina che manca ...


Nulla è dovuto, neanche la vita. Oggi abbiamo passato tutta la giornata con l'amaro in bocca e la tristezza all'orizzonte. Mentre procedevamo per raggiungere la sede del vescovo Claudio, comboniano che è stato al Sakakini dal 1995 al 2008, poi con un incarico a Roma per 12 anni, infine nominato Vicario Apostolico nel 2020 per i latini cattolici dell'Egitto, la nostra auto inizia a rallentare appena scesi dal Mokattam, si intravede un camioncino e mi sembra abbia perso il carico. Quando stiamo per sopraggiungere vediamo che è una moto. Le due persone a bordo: una ha una posizione innaturale ed è ferma. L'altra si rialza, ma dal busto in giù è sotto la moto e ha il viso sporco di sangue, è ferito e parla. Due auto si sono fermate, quella dietro forse è stata testimone anche, l'altra di fianco sembra creare un cordone di sicurezza e la gente sta accorrendo. Evito di fissare lo sguardo quando gli passiamo al fianco altrimenti ciò che vedrei mi rimarrebbe impresso come altri incidenti che ho visto. Tutti in auto ne parliamo per condividere e non tenere chiuso dentro il trauma. Il nostro autista parla solo arabo. Scuote la testa.


Arriviamo dal vescovo ancora shockati. C'è il padre comboniano Mina che lo attende e noi pure, dislocati nella sala, ventilatori accesi, poltrone, ma in fondo uno stanzone anonimo. Pochi minuti ed entra padre Claudio e con lui padre Antonio, francescano, è il suo vicario e risiede ad Alessandria. 

Ci racconta che sulla carta la sua porzione di popolo di Dio non sembra avere grandi numeri: 16 parrocchie latine, di cui 9 al Cairo. Poi chiese non parrocchiali, più o meno lo stesso numero. Poi le congregazioni religiose e le scuole.

Circa 6000 gli italiani qui presenti: cionche resta della vecchia comunità storica, i lavoratori eni e una presenza più recente di persone che vengono dall'Italia a vivere qua anche in modo permanente o per svernare nelle zone della costa, che sono quasi 2000. Ma i numeri si alzano parecchio quando si cominciano a contare i sudanesi giunti qui nel tempo, in fuga dalle violenze come l'ultima che vede Kartoum sotto le violenze di due gruppi militari. Attualmente si contano più di 20000 presenze.


Ci spiega che la relazione occasionale con il mondo politico è più che altro informativa: vogliono essere informati delle iniziative in corso, per evitare anche il rischio di attentati. L' uso di facebook è utile per diffondere le notizie tra i cristiani latini. Ancora le chiese sono sorvegliate e presidiate dai militari, e il governo è contro il terrorismo perché è un pericolo in generale e non solo per la parte che subisce l'attacco. Del resto bisogna essere consapevoli che questa eventualità c'è, perché ci sono persone che ritengono l'uso della violenza un mezzo lecito per affermarsi. 

Il rapporto con l'Islam ha ricevuto una riapertura certamente con papa Francesco, ma occorre sottolineare che non c'è nell'Islam un interlocutore universale, per cui gli incontri si devono moltiplicare. 

Con le altre chiese specie quella copto ortodossa, coltiviamo le occasioni di feste o convegni che sono sempre favorevoli luoghi di incontro e dialogo informale.

Le prospettive sul futuro riguardano la presenza nelle nuove città di potenziali comunità che non sono o non trovano elementi aggregatori.

E poi l'internazionalità, la chiesa cattolica ha questo caratteristica che rende tutto più complesso ma anche più interessante. 


Salutiamo padre Claudio e padre Antonio, e con la guida di Silvia raggiungiamo la metro, che in 20 anni da trenino far west è divenuta  un treno di vagoni competitivi. 

Raggiungiamo la chiesa sospesa e le altre chiese nella vecchia Cairo. Una donna ci guida per un breve tour descrivendo con limpidezza questa che è conosciuta come la chiesa sospesa, perché costruita senza fondamenta, ma solo ponendo i pali di legno tra le due torri della antica fortezza romana. Ci racconta alcune simbologie della struttura. La chiesa ha tre piccole navate, è una delle più antiche chiese al mondo. Le otto colonne delle navate laterali rappresentano i membri della famiglia di Gesù. Le tre centrali, la trinità.il pulpito poggia su 15 colonne quella singola davanti è il Cristo, seguono 6 coppie diverse due a due, i discepoli inviati da Gesù ad annunciare il regno. Le ultime due rappresentano Marco e Luca, gli evangelisti. Le forme geometriche delle pareti riprendono la forma della croce copta, con elementi stilizzati che rappresentano i pesci. Nella simbologia questo ha permesso ai cristiani di non venire scoperti durante le persecuzioni. Inoltre nel termine greco è presente un acrostico che significa Gesù Cristo figlio Dio il Salvatore.

Visitiamo poi i luoghi dedicati a San Giorgio, e anche la chiesetta dentro il cimitero greco ortodosso, che al suo interno conserva un pozzo, dove la sacra famiglia avrebbe sostato.


Dopo pranzo gli altri tre con suor Salaam raggiungono il luogo qui vicino dove risiedono le suore di madre Teresa, proprio al centro della discarica. Molti vivono qui, in prevalenza cristiani e lavorano per differenziare e rivendere la spazzatura. L'odore è forte e l'alta temperatura ne favorisce un amplificato effetto. 

I bambini sono tanti nel centro, li lasciano lì le mamme che lavorano nella spazzatura. Questo ambiente non è solo povero, ma sede anche di spaccio. Nel quartiere ci sono tante piccionaie che servono per inviare dosi attraverso i piccioni viaggiatori. Speriamo non prenda piede un'idea simile a Bologna!


Mokattam significa pietra tagliata e infatti attraversando la zona della spazzatura si trovano le tre chiese scavate nella roccia. Possono ospitare migliaia di persone. Le due realtà limitrofe fanno pensare.


La nostra giornata si chiude con la messa dalla focolarine. In casa oltre a Silvia ci accolgono Rima (Libano), Ilona (Ungheria), Edit (Portorico).  Un momento di pane spezzato che chiude il nostro periodo al Cairo.

PS dopo un'ora e mezza è tornata la luce. Stanotte potremo tenere accesa la ventola dell'aria.






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