Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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sabato 5 agosto 2023

VIAGGIO IN EGITTO - 3 AGOSTO - MEZZOGIORNO DOPO ALESSANDRIA

 


Dentro il ventre di Alessandria, ci svegliamo nel giardino un po' indisciplinato -ma lo scrivo come elemento positivo - delle suore. Le piante sconfinano dai muretti delle aiuole, bizzarre coloriture verdi immaginano zone ombrose di contenute foreste pluviali. Le case sgrattacielo della città (massimo 3 piani per strade di 6 metri sono diventati minimo 6 piani ogni 3 metri di strada) guardano arcigne fingendo indifferenza, ma col traffico cittadino manifestano una non velata intolleranza verso ciò ch'è verde, respira e ossigena. 


Noi ci alziamo e andiamo in chiesa attraversando i sentieri della finta foresta mentre da dietro le piante qualche gatto ci segue e i pappagallini in gabbia delle suore sono ancora addormentati.


L'ingresso della chiesa è in linea con l'ingresso principale all'edificio che la contiene, come una scatola dentro una scatola. Si salgono alcuni gradini. La stanza risulta poco luminosa venendo dal giardino. Altre possibilità intorno, ma di fronte a noi un'altra scala che sale dentro la chiesa, in legno scuro , ben curata e lucida, forme rotonde, piene, e di gradino in gradino sembra quasi di accedere ad un solaio, che d'improvviso si manifesta più grande e luminoso di quanto si poteva immaginare. È la chiesa, che come il resto della costruzione sembra avere un carattere decò con i suoi lampioncini a foglia e volute tondeggianti qua e là.


Celebriamo la messa, presiede un giovane prete del Libano, cristiano maronita. Facciamo colazione, salutiamo le suore ora radunate vicino le scale dove una signora sta spruzzando di acqua i cocoriti portati all'aperto nelle loro gabbiette. Saliamo in auto ed iniziamo a cercare la cattedrale del patriarcato copto ortodosso. Percorriamo la strada del Lungomare, piena di locali. Non si va al mare su queste scogliere, ci aveva spiegato stamattina a colazione il prete. Non tanto perché non c'è spiaggia, ma perché l'acqua non è pulita. "Infatti se guardi bene qua ci vanno solo le persone non messe bene" Devo ammettere che non ho ben compreso questa specificazione, ma anche altri ci avevano spiegato che se vuoi andare al mare in spiaggia devi uscire dalla città. 


Arriviamo alla cattedrale copto ortodossa sede del patriarcato. Ci sono donne che curano la chiesa e alcuni uomini in preghiera. Un signore toglie le scarpe e sale su quello che noi chiameremmo presbiterio, che per loro è diviso in due parti da un'iconostasi che separa la zona dell'altare aperta e visibile all'assemblea solo in alcuni momenti liturgici. Su questa parete in legno sono poste icone, da cui il nome, a rappresentare la divina liturgia che oltre si celebra. Tutta la zona è coperta di tappeti ed il signore ora è inginocchio, con le labbra sfiorano i cancelli del paradiso che si aprono durante la liturgia. Alcuni movimenti rapidi con la testa. Si alza e ritorna ad indossare le scarpe. Mi guarda senza espressione e va verso l'ingresso della chiesa.


La cattedrale è imponente non di costruzione antica, ma di impostazione classica. Da qualche parte ci sono pure alcune reliquie di San Marco recuperate dopo il passaggio del veneziano. Alcuni mosaici dedicati ai patriarchi antichi sono datati al 2020.


Mentre usciamo anche noi, sul mosaico di san Marco vedo che due donne entranti toccano l'angolo sinistro dell'immagine. Controllo e mi accorgo che è una zona oltre il mosaico, dove sta attaccata una piccola immagine mariana, ormai consumata dal contatto con le molti mani che entrano ed escono dal luogo santo. In queste forme è molto frequente vedere manifestare la propria religiosità del popolo credente cristiano, tanto ortodosso che cattolico.


Dobbiamo rientrare al Cairo perché a fine pomeriggio abbiamo l'aereo per Luxor. Ma prima siamo ospiti di abuna Andrea che ha accompagnato la nostra organizzazione e anche è stato presente in alcuni dei momenti migliori del viaggio, come l'incontro con il patriarca e come la serata nella sua parrocchia con la sua gente. Non è alto e neppure snello, ma il suo corpo esprime la fermezza di un pastore. Ha i tratti propri degli egiziani almeno come li immaginiamo noi: il colorito bruno del sole, capelli e barba neri, viso ampio in tutti i suoi tratti. Sorridente. Ci offre un pranzo di saluto non lontano dalla sua parrocchia al 6 Ottobre. Con il saluto si compie un altro giro di questo viaggio che va concludendosi.


Al Cairo tutto è in corsa. E arrivano le 20.40 che già sbarchiamo a Luxor.

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