Papa Francesco

"Voi sapete, cari giovani universitari, che non si può vivere senza guardare le sfide, senza rispondere alle sfide. Colui che non guarda le sfide, che non risponde alle sfide, non vive. La vostra volontà e le vostre capacità, unite alla potenza dello Spirito Santo che abita in ciascuno di voi dal giorno del Battesimo, vi consentono di essere non spettatori, ma protagonisti degli accadimenti contemporanei. Per favore, non guardare la vita dal balcone! Mischiatevi lì, dove ci sono le sfide, che vi chiedono aiuto per portare avanti la vita, lo sviluppo, la lotta per la dignità delle persone, la lotta contro la povertà, la lotta per i valori, e tante lotte che troviamo ogni giorno." Papa Francesco

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venerdì 23 novembre 2018

Persone libere e sobrie: il mondo ne ha bisogno (Papa Francesco)

Coloro che «nella loro quotidianità, vivono stili di vita sobri, solidali, aperti, accoglienti» sono «la vera risposta alle varie schiavitù» che ci sono nel mondo oggi.


Francesco denuncia, in particolare, l’indigenza che scarta le persone come «rifiuti, avanzi», l’assolutizzazione della tecnica che «può ritorcersi contro l’uomo» e - nel messaggio diffuso peraltro alla vigilia del Black Friday - «la riduzione dell’uomo a consumatore». Il mondo, è l’esortazione di Francesco, «ha bisogno di persone libere!».
«Non poche volte», rileva il Papa nel messaggio inviato all’appuntamento veronese -che, giunto alla sua ottava edizione, si concentra quest’anno sul tema del «rischio della libertà» - il desiderio di libertà «ha assunto forme deviate, generando guerre, ingiustizie, violazioni dei diritti umani». «Come cristiani, fedeli al Vangelo e consapevoli della responsabilità che abbiamo verso tutti i nostri fratelli, siamo chiamati a essere attenti e vigilanti perché “il rischio della libertà” non perda il suo significato più alto e impegnativo. Rischiare, infatti, significa mettersi in gioco. Ed è questa la nostra prima chiamata. Tutti insieme – spiega Jorge Mario Bergoglio – dobbiamo impegnarci per eliminare ciò che priva gli uomini e le donne del tesoro della libertà. E, nello stesso tempo, ritrovare il sapore di quella libertà che sa custodire la casa comune che Dio ci ha dato».
Francesco si sofferma su tre delle tante «situazioni in cui, anche oggi, gli uomini e le donne non possono mettere a frutto la propria libertà, non possono rischiarla»: l’indigenza, il dominio della tecnologia, la riduzione dell’uomo a consumatore. Anzitutto, «l’indigenza, procurata da grandi ingiustizie, che continuano a essere perpetrate in tutto il mondo, anche nelle nostre città» e che produce «la cultura dello scarto» al quale il Papa argentino fa spesso riferimento. «Se un uomo o una donna sono ridotti ad “avanzo”, non solo sperimentano su di loro i frutti cattivi della libertà altrui, ma vengono defraudati della possibilità stessa di “rischiare” la propria libertà per se stessi, per la propria famiglia, per una vita buona, giusta e dignitosa».
C’è poi «un’altra situazione che influisce negativamente sull’esperienza della libertà ed è lo sviluppo tecnologico, quando non è accompagnato da un adeguato sviluppo della responsabilità, dei valori e della coscienza. Si perde così il senso del limite con la conseguenza di non vedere le sfide epocali che abbiamo davanti. L’assolutizzazione della tecnica può ritorcersi contro l’uomo», avverte il Papa. La terza situazione negativa è rappresentata dalla «riduzione dell’uomo a mero consumatore»: qui, afferma Francesco, «la libertà da “rischiare” rimane solo un’illusione», al punto che «questa non è libertà, è schiavitù: l’esperienza quotidiana viene segnata dalla rassegnazione, dalla sfiducia, dalla paura, dalla chiusura».
Eppure, evidenzia ancora il Pontefice, «nonostante queste deviazioni, mai viene meno in ognuno di noi il desiderio di “rischiare” la propria libertà. Anche in chi ha vissuto e vive situazioni di schiavitù e di sfruttamento. Durante il Festival – dice il Papa ai partecipanti all’evento coordinato da don Adriano Vincenzi e ospitato dal vescovo di Verona, Giuseppe Zenti – avrete modo di ascoltare testimonianze di libertà ritrovata: ad esempio, dalla prostituzione, dalla morsa dell’usura, e così via. Sono storie che attestano una liberazione in atto, che dà forza e speranza. Sono storie che fanno dire: sì, è possibile il rischio della libertà! Anche se alcuni hanno paura di andare controcorrente, molti, nella loro quotidianità, vivono stili di vita sobri, solidali, aperti, accoglienti».
«Sono loro la vera risposta alle varie schiavitù perché si muovono come persone libere. Accendono desideri sopiti, aprono orizzonti, fanno desiderare il bene. La libertà vissuta non si limita mai a gestire ciò che succede perché contiene in sé sempre qualcosa che porta oltre. La libertà non uccide mai i sogni, ma costruisce nella vita ciò che molti desiderano ma non hanno il coraggio di perseguire. Certamente essere liberi è una sfida, una sfida permanente: affascina, avvince, dà coraggio, fa sognare, crea speranza, investe sul bene, crede nel futuro. Contiene, quindi, una forza che è più forte di ogni schiavitù. Il mondo ha bisogno di persone libere!», scandisce il Papa.
«Per questo la libertà dell’uomo scopre se stessa fino in fondo, quando comprende di essere generata e sostenuta dalla libertà amorosa del Padre, che si rivela nel Figlio nel volto della Misericordia. Sotto il suo sguardo compassionevole, ogni uomo può sempre riprendere il cammino del “rischio della libertà”. Carissimi – è l’augurio conclusivo del Papa – vi auguro di essere persone libere e di non avere paura di spendervi e sporcarvi le mani per realizzare il bene e aiutare chi è nel bisogno». 

lo afferma il Papa nel videomessaggio che, come è sua abitudine, ha inviato al Festival della Dottrina sociale della Chiesa che si apre oggi a Verona (22-25 novembre). 

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